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L’Ictus Cerebrale

12 maggio 2011
By , in L'Ictus

Ictus è la parola più comunemente usata per indicare lesioni che si manifestano nei delicati tessuti del cervello. È una parola latina che significa letteralmente “Colpo”. Anche la parola utlizzata dagli inglesi per questa patologia, “Stroke”, ha la medesima traduzione e lo stesso si dica per il termine “Apoplessia” o “Colpo Apoplettico”  talvolta utilizzato e derivante dal greco.

Colpo dà l’impressione di una cosa improvvisa e debilitante ed infatti è proprio questo che emerge dalle descrizioni dei malati del momento in cui sopravviene l’ictus.

Ma che cosa è un Ictus?

La definizione data dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ci dice che l’ictus cerebrale è:

“…l’improvvisa comparsa di segni e/o sintomi riferibili a deficit focale e/o globale (coma) delle funzioni cerebrali, di durata superiore alle 24 ore o ad esito infausto, non attribuibile ad altra causa apparente se non a vasculopatia cerebrale…”

L’ictus è quindi un insulto che colpisce i vasi sanguigni cerebrali con conseguente alterazione dell’apporto di sangue in una regione del cervello. Quando un’area cerebrale non riceve più sangue viene a mancare il nutrimento per le cellule che la compongono, e tali cellule vengono fortemente danneggiate.

 

A seconda della natura dell’insulto l’ictus può essere definito:

1) Ictus Ischemico (infarto cerebrale) che si verifica nell’80% dei casi

2) Ictus Emorragico che si verifica nel restante 20% dei casi

 

Un’ulteriore divisione riguardo l’Ictus viene fatta dai clinici a seconda della durata della sintomatologia. Si parla infatti di:

1) TIA (Attacco Ischemico Transitorio) quando vi è comparsa di deficit neurologici ma essi durano meno di 24 ore

2) Ictus o Stroke propriamente detto quando i deficit neurologici sono focali o diffusi (fino al coma) ed hanno una durata maggiore delle 24 ore

 

L’Ictus Ischemico

L’Ictus Ischemico è determinato dall’interruzione completa o parziale del flusso di sangue al cervello. La circolazione sanguigna (come mostrato nella figura) viene infatti compromessa dall’ostruzione di un’arteria provocata dalla presenza di un embolo oppure di un trombo.

I Trombi sono delle masse solide di sangue coagulato che tendono a formarsi nei vasi per vari motivi. Nelle arterie il motivo principale per cui si formano è l’aterosclerosi, una malattia infiammatoria che colpisce le arterie di grande e medio calibro. Nelle vene più comunemente si formano negli arti inferiori associati a varici.

Tali trombi solitamente rimangono in sede, attaccato al vaso in cui si formano determinando una diminuzione del flusso sanguigno oppure più raramente una completa occlusione.

Talvolta, tuttavia, possono staccarsi ed entrare in circolo formando il cosidetto Embolo che è anch’esso un grumo di sangue coagulato che può andare ad ostruire vasi più piccoli di quelli in cui si è formato. Solitamente nel cervello le arterie tendono a diminuire di diametro e sono più vulnerabili a queste ostruzioni.

 

L’Ictus Emorragico

Si parla di Ictus emorragico quando un vaso sanguigno si rompe con perdita di sangue (come raffigurato nell’illustrazione a fianco) . Potremmo dire che in questi casi il danno è doppio nel senso che il sangue fuoriuscito va ad impregnare il tessuto cerebrale circostante danneggiando direttamente le cellule, mentre altre zone rifornite dallo stesso vaso entrano in sofferenza per la diminuzione del flusso sanguigno come nel caso dell’ictus ischemico.

Solitamente è l’ipertensione arteriosa la causa più comune di emorragia cerebrale ma altri motivi per cui si può verificare sono la presenza di un Anuerisma o le MAV (Malformazioni Artero-Venose). Entrambi sono difetti congeniti di alcuni vasi che risultano più deboli e quindi più vulnerabili alla loro lacerazione in particolari condizioni.

 

Cosa succede al sistema nervoso dopo un Ictus Cerebrale?

Abbiamo visto che un ictus cerebrale è un danno subito dal cervello. L’esito più evidente e più comune in seguito ad Ictus Cerebrale è la paresi motoria della metà parte del corpo (Emiplegia) opposta alla sede di lesione del cervello Questo però è ciò che possiamo osservare dall’esterno, e per questo siamo portati a pensare che siano fattori muscolari a dover essere recuperati. In realtà la questione è molto più complessa; è un po’ come se ci stessimo specchiando: uno specchio restituisce un’immagine bidimensionale di noi stessi, ma noi sappiamo che oltre l’illusione visiva data dalla superficie riflettente noi siamo molto di più. La dimensione che non appare in questo specchio, ovvero una rappresentazione completa di noi stessi, è fatta anche di quei processi cognitivi che costituiscono i meccanismi di base grazie ai quali possiamo e riusciamo ad eseguire dei movimenti che siano consoni all’ambiente che ci circonda e alle funzioni che siamo chiamati ad esprimere in relazione ad esso.

In seguito ad un Ictus è quindi importante considerare anche la eventuale alterazione di tali processi, poiché a volte è proprio la loro compromissione ad impedire l’esecuzione di movimenti corretti, ed è proprio sul recupero di essi che si basa in principal modo la riabilitazione Neurocognitiva, come vedremo in altri sezioni del sito.

 

Ora per completare un discorso generale sull’Ictus occorre fare riferimento ad alcuni fenomeni che meritano però di essere trattati in una sede apposita data la loro importanza e complessità:

innanzitutto dovremo parlare di Diaschisi (http://www.laboratorioneurocognitivo.it/?p=33) che è un meccanismo prettamente delle cellule nervose e importantissimo per i suoi risvolti nell’evoluzione del recupero dei malati.

In secondo luogo, nella sezione del sito riguardando l’analisi della patologia in ottica riabilitativa, approfondiremo ciò che comunemente viene chiamata Spasticità (http://www.laboratorioneurocognitivo.it/?p=661) che assieme all’aspetto paretico fa parte della “immagine esteriore”, di ciò che chiunque può osservare di una persona che ha subito un ictus.

Quindi affronteremo delle tematiche che anch’esse rientrano nelle manifestazioni patologiche dell’ictus, ma che non potremo osservare nell’immagine esteriore. Esse fanno parte di quelle alterazioni dei processi cognitivi di cui dicevamo e che sono diversi nella loro espressione a seconda della sede della lesione. Parleremo quindi di ciò che potrebbe avvenire in un Emiplegico Sinistro e in un Empilegico Destro (queste pagine sono ancora in costruzione)

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3 Responses to L’Ictus Cerebrale

  1. Franco Carlo Landoni on 23 maggio 2012 at 22:17

    Grazie, per la chiarezza e la sinteticità che non va a discapito dell’esaurienza.
    Belle e utili anche le illustrazioni.
    Grazie davvero.

    • Ulisse Mascarello on 26 maggio 2012 at 08:24

      Felici di esserle stati d’aiuto.
      Ci contatti pure se dovessero servire ancora altri approfondimenti
      saluti

  2. Ettore on 14 agosto 2012 at 16:36

    Ma se è molto probabile una emiplegia significa che un ictus, ischemico o emorragico che sia, avviene nella maggior parte dei casi a livello della corteccia motoria e premotoria del giro pre-centrale di un solo emisfero, come mai è più probabile che un ictus a livello del lobo occipitale o temporale?
    O magari non è meno probabile, ma l’ho interpretato in questo modo dal testo.
    Grazie

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